grazie per la bella rappresentazione delle caratteristiche/funzionalità delle due mappe trattate. Come abbiamo sperimentato a lezione, vorrei sottolineare la crucialità delle mappe concettuali per l'apprendimento di un concetto e la relativa costruzione di significato. Tuttavia la loro progettazione (soprattutto per le mappe condivise) presenta secondo me diverse difficoltà, ne elenco solo alcune:
1) importanza del linguaggio: si può sentire più o meno accentuata l'esigenza di ricorrere ad un linguaggio scientifico piuttosto che quotidiano, oppure l'esigenza di differenziare parole che evocano alla classe concetti appartenenti a discipline diverse (es. "composta da" potrebbe evocare enti fisici, mentre "rappresentata da" potrebbe evocare enti più astratti)
2) necessità di una negoziazione: in modalità condivisa, la mappa concettuale diventa uno strumento molto potente, ma anche sensibile alle diverse interpretazioni degli alunni. Questo porta inevitabilmente l'insegnante a diversi scenari, come ad es. il caso in cui l'insegnante non definisce rigorosamente un concetto (come da insegnamento tradizionale), ma lascia questo compito alla classe mediante una vera e propria negoziazione di costruzione della definizione. Il problema che voglio porvi è il seguente: è sempre possibile negoziare in classe? Che implicazioni didattiche porterebbe un metodo di insegnamento incentrato sul "negoziato radicale"?
grazie per la bella rappresentazione delle caratteristiche/funzionalità delle due mappe trattate. Come abbiamo sperimentato a lezione, vorrei sottolineare la crucialità delle mappe concettuali per l'apprendimento di un concetto e la relativa costruzione di significato. Tuttavia la loro progettazione (soprattutto per le mappe condivise) presenta secondo me diverse difficoltà, ne elenco solo alcune:
RispondiElimina1) importanza del linguaggio: si può sentire più o meno accentuata l'esigenza di ricorrere ad un linguaggio scientifico piuttosto che quotidiano, oppure l'esigenza di differenziare parole che evocano alla classe concetti appartenenti a discipline diverse (es. "composta da" potrebbe evocare enti fisici, mentre "rappresentata da" potrebbe evocare enti più astratti)
2) necessità di una negoziazione: in modalità condivisa, la mappa concettuale diventa uno strumento molto potente, ma anche sensibile alle diverse interpretazioni degli alunni. Questo porta inevitabilmente l'insegnante a diversi scenari, come ad es. il caso in cui l'insegnante non definisce rigorosamente un concetto (come da insegnamento tradizionale), ma lascia questo compito alla classe mediante una vera e propria negoziazione di costruzione della definizione. Il problema che voglio porvi è il seguente: è sempre possibile negoziare in classe? Che implicazioni didattiche porterebbe un metodo di insegnamento incentrato sul "negoziato radicale"?